Americano rosso (1991)

Americano rosso (1991)

Anno 1991

Paese Italia

Durata 102 minuti

Genere Commedia

Regia Alessandro D’Alatri

Attori Burt Young, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Milillo, Sabrina Ferilli, Orsetta De’ Rossi, Tullia Alborghetti, Beatrice Palme, Anna Da Malta, Giampaolo Saccarola, Pino Ammendola, Massimo Ghini, Monica Goldfuss, Daniela Foà, Riccardo Rossi, Claudio Parise, Eros Pagni, Miranda Martino, Paola Lucentini, Ruberto Guido Geremia

Data uscita N.D.

Fotografia Alessio Gelsini Torresi

Montaggio Cecilia Zanuso

Musica Gabriele Ducros

Sceneggiatura Enzo Monteleone

Trama
Nel mese di agosto del 1934 in una cittadina della provincia veneta il playboy Vittorio Benvegnù, impiegato nell’agenzia matrimoniale dello zio Oscar, un individuo violento un tempo emigrato in America, viene da questi scacciato per avergli sedotto la moglie. Incontrato casualmente George Maniago, un robusto italo-americano venuto dagli Stati Uniti per trovare una moglie giovane ed illibata, Vittorio, intravvedendo l’occasione di soldi e svago, gli prospetta la possibilità di realizzare questo suo desiderio. A bordo di una Lancia Augusta cabriolet i due uomini attraversano la provincia veneta e la riviera adriatica in cerca della donna giusta. Nel corso di due settimane, tra vari equivoci, Vittorio ha così modo di presentare a George una ballerina del varietà, una matura vedova, un’avventuriera, una timida contadina sordomuta, una servotta, Antonietta, che, opportunamente abbigliata viene accettata come sposa da George. Poiché questi sembra soddisfatto, Vittorio contatta un gerarca fascista, suo amico, per ottenere subito il passaporto per la ragazza. Recatosi con costei ad Udine per ritirarlo, Vittorio, trascorrendo alcuni giorni con Antonietta, se ne innamora, anzi, le propone di sposarlo, anche se ha già una moglie, Elvira, prospettandole un avvenire di successi (l’impresa Etiopica è ormai nei programmi del fascismo e ci saranno gloria e soldi), per una vita rinnovata. Antonietta, malgrado trovi vecchio l’americano, opta invece per andare a vivere con costui. George salda i conti con Vittorio, si ripiglia alcune banconote che il giovanotto gli aveva sottratto dalla valigia, lasciandogli però il bel cabriolet bianco da restituire. Ora Vittorio è solo e annoiato: il risultato della vacanza lo ha lasciato insoddisfatto. Ad un tratto legge sul giornale una notizia: lo zio Oscar è stato trovato assassinato e i carabinieri sospettano del nipote scomparso da casa, che con il parente aveva avuto una rissa ed era stato cacciato, per cui Vittorio è braccato. Il giovane fugge in auto, ma i carabinieri lo seguono e bloccano la vettura: si scopre che Vittorio ha in tasca molti soldi, mentre nella macchina c’è una grossa rivoltella che è di George, ma il giovane non viene creduto, e il playboy finisce ammanettato, malgrado si dichiari amico del gerarca fascista. È ovvio che l’omicida di Oscar è stato proprio Maniago per antichi dissapori su loschi affari in terra americana. Non resta a Vittorio che una disperata supplica a Mussolini, per essere diventato, lui innocente, un indiziato come autore di un delitto, mentre è stato fatto cadere in una ignobile trappola.

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