STA FERMO, MUORI E RESUSCITA (1989)

STA FERMO, MUORI E RESUSCITA (1989)

Anno 1989

Paese URSS

Durata 107 minuti

Genere Drammatico

Regia Vitali Kanevski

Attori Dinara Droukarova, Vadim Ermolev, Valeri Ivtcenko, Viatcheslav Bambuchek, Pavel Nazarov, Yelena Popova

Data uscita N.D.

Fotografia Vladimir Bryliakov

Montaggio Galina Kornilova

Musica Sergei Banevitch

Sceneggiatura Vitali Kanevski

Trama
Nel 1947 a Sutchan una cittadina sperduta nella immensitàdell’Unione Sovietica, un ragazzo, Valerka, vive con la madre Nina. Gli uomini sono occupati nella miniera locale: prigionieri giapponesi lavorano in un campo di concentramento non lontano e Valerka vende tè bollente al mercato. Soprattutto, irrequieto com’è, combina monellerie (mette, ad esempio, del lievito nei servizi igienici della scuola elementare ed il liquame tracima nello spazio antistante, sciupando una festa patriottica con bambini che cantano in corteo dietro il ritratto di Stalin). Però la piccola Galìa lo protegge sempre. L’amicizia è nata fra i due – anche lei è dodicenne – malgrado dispettucci e battibecchi iniziali: Galìa, sempre astuta e allegra, aiuta il ragazzo a ritrovare i pattini che altri ragazzi gli hanno rubati: assiste con Valerka a vari momenti della vita comunitaria. Poi la scuola espelle il figlio di Nina per la faccenda del lievito e in più un ispettore sospetta del ragazzo, che ha fatto addirittura deragliare la locomotiva e i vagoni che portano i materiali al campo dei prigionieri. Impaurito, Valerka fugge allora da Sutchan, e si rifugla dai nonni; poi incappa in una piccola banda di ladri che, minuto com’è, lo introducono attraverso una finestrella in una giolelleria, dove, durante il furto, il padrone viene ucciso. Sfuggito alla polizia, il ragazzo è raggiunto da Galìa, la quale vuole assolutamente riportare a casa il suo giovane amico. I due sono inseguiti dai componenti della banda, ma riescono a sfuggire scalando il carbone di un treno-merci. Poi a piedi vanno verso le loro baracche ormai non lontane. Ma sulla massicciata Galìa muore e viene portata a casa dove la madre impazzisce per il dolore: il ragazzo si ritrova così solo, senza la compagna gentile, che lo ha sempre protetto contro la sua irrequietezza.

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