RITA, RITA, RITA (1983)

RITA, RITA, RITA (1983)

Anno 1983

Paese Gran Bretagna

Durata 115 minuti

Genere Commedia

Regia Lewis Gilbert

Attori Rosamund Burton, Michael Caine, Christopher Casson, Pat Daly, Jeananne Crowley, Malcolm Douglas, Mark Drew, Kim Fortune, Maureen Lipman, Dearbala Molloy, Marcus O’Higgins, Hilary Reynolds, Gabrielle Reidy, Godfrey Quigley, Philip Hurwood, Julie Walters, Jack Walsh, Michael Williams

Data uscita N.D.

Fotografia Frank Watts

Montaggio Garth Craven

Musica David Hentschel

Sceneggiatura Willy Russell

Trama
Rita è una giovane donna, sposata con Denny. Non ha figli e non li vuole avere finché non avrà scoperto, dal di dentro, se stessa. Così Rita, incolta parrucchiera, si iscrive ai corsi popolari dell’università e viene affidata al prof. Frank Bryant, un uomo disilluso e svagato, che trova il suo conforto nel whisky e il suo sfogo in un amaro umorismo riguardo alla sua vita di uomo (è separato dalla moglie e convive con la collega Julia) e di professore universitario, perennemente ubriaco, degradante caricatura di se stesso, insegnante scadente di scadentissimi alunni. A contatto con la spontaneità schietta, invadente e un po’ petulante di Rita, comincia anche il lento recupero di Frank. Rita, sapendo di non sapere assolutamente nulla, va incontro ai primi inevitabili insuccessi, ma anche si rafforza nella sua volontà di raggiungere una cultura ad ogni costo, anche se il marito, un ignorante muratore che pensa solo ad avere un figlio e trova il suo paradiso nella birra, la ostacola, le brucia i libri e, alla fine, la abbandona per un’altra donna. Rita si ritrova bene con Frank perché le dà spazio per respirare e l’aiuta a scoprire se stessa, mentre il marito Denny voleva solo tapparle gli occhi (alla verità, alla bellezza) e metterle la catena (dell’ignoranza) al collo. La accusava di essere pervertita, di averlo tradito ed era vero, ma solo nel senso di non volersi adagiare con lui nella palude dell’ignoranza e dell’incultura. L’educazione culturale di Rita continua, senza false compassioni, anche se il prof. Bryant si accontenterebbe dei suoi saggi commoventi ma inutili per la cultura, anche se teme che Rita, scrivendo come i dotti, abbia a perdere la qualità più preziosa: la sua unicità schietta, spontanea, sincera, carica di vita e di simpatia. Ma Rita non si arrende e, cambiando se stessa, cambia anche Frank. “Anche se tu non vuoi scoprire te stesso, i tuoi studenti hanno diritto a un professore non ubriaco…, smetti di bere per parlare di ciò che è importante”. Secondo Frank, Rita, trovando la cultura, ha trovato solo una canzone diversa. Per Rita invece è una nuova vita; cambia mestiere, cambia nome: si chiama Susan, conosce un’amica, Trish, che ammira per la sua cultura musicale e letteraria. Ma Trish tenta di suicidarsi, Rita si accorge che con tutta la sua letteratura e la sua musica, Trish era disperatamente sola con se stessa, come il Prof, Bryant è solo con se stesso e annega la sua infelicità nel whisky. L’adesione ai valori della vita anche minimi, alla schiettezza, alla sincerità, al senso di umanità è l’ancora di salvezza di Rita. La Rita da educare (educating Rita) è diventata lei stessa educatrice. Non ha mai dato nulla a Frank, gli darà la sua opera di parrucchiera, lo ringiovanirà esternamente, come segno di una rinnovata fiducia in se stesso, nella sua missione di insegnante-educatore, che continuerà nella lontana Australia.

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