Non chiamarmi Omar (1992)

Non chiamarmi Omar (1992)

Anno 1992

Paese Italia

Durata 118 minuti

Genere Commedia

Regia Sergio Staino

Attori Gianni Cavina, Stefania Sandrelli, Ornella Muti, Mario Dalmaviva, Georges Wolinski, Antonello Fassari, Barbara D’Urso, Corinne Clery, Giuliana Calandra, Gastone Moschin, Pierfrancesco Loche, Michele Mirabella, Elena Sofia Ricci, Vinicio Capossela, Francesco Scali, Francesco Rubino, Gabriele Salmi, Enzo Moncelsi, Loris Liberatori, Luigi Diberti, Lila Faridda, Anna Casalino, Mario Cavallero, Victor Cavallo, Damiana Damiani

Data uscita N.D.

Fotografia Blasco Giurato

Montaggio Nino Baragli

Musica Carlo Maria Cordio

Sceneggiatura Sergio Staino, Francesco Tullio Altan

Trama
In una giornata nebbiosa in una città dell’Italia del Nord, si “agitano” numerosi personaggi: Bruno, un anziano tassista, che lavora sempre portandosi dietro Monica, la moglie dalle gambe inerti; Marconi, un tecnico-audio che sottrae la moto al figlio Saimon per andare al lavoro e lo lascia furibondo con la madre, Viola, in perpetuo stato ansioso; un traffichino, Assiro Fez, disprezzato dalla consorte Golda, impegnato in una trasmissione radio e, infine, il chirurgo Omar Tavoni, proprietario di una clinica, coniugato con Luisa, nonché uomo assai misterioso. Dalla trasmittente, dove Carpioni, il conduttore di una rubrica di successo e Hanna Lefevre, una femminista tutta livore e frecciate, ospitano il questore ed un sottosegretario di Stato, lo stesso Carpioni insiste con il chirurgo perché diriga in diretta un’operazione da far eseguire a Pizzatti, uno sprovveduto medico: è nella sua clinica, infatti, che è stato portato dopo uno scontro il tecnico Marconi. Sbalzato già dalla moto, del che si è occupato Bruno che poco prima aveva avuto come cliente un gigantesco uomo di colore, il quale sul taxi aveva trovato una valigetta del medico Tavoni. Lasciata temporaneamente sola, Monica sorride a Nando, un aiuto-pizzaiolo, mentre disperata, Viola teme per la vita del marito ma, al tempo stesso, ritrova Gastone, un ex innamorato (ora sposato e lei non lo sa). Fra battibecchi, bisturi comandati da lontano dal malcapitato Tavoni e maneggiati da un delirante Pizzetti, le corse delle donne e la valigetta che passa di mano in mano, si arriva alla fine della radiotrasmissione. La paralitica ritrova l’uso delle gambe; madama Tavoni si ribella al marito e Viola alza la voce sul figlio mezzo scemo, cavalcando lei la moto e beffandosi con le nuove amiche dei loro uomini (il suo è morto, così come a morto il pizzaiolo), non senza aver fatto crollare sul pavimento il gigantesco uomo di colore. Le tre donne, sentendosi ormai libere da ogni affanno, partono allegramente e l’astuta Lefevre si allontana, recando con sé – e sicuramente per altri interessati – i documenti riservati che Omar Tavoni teneva gelosamente nella famigerata valigetta.

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