LA TROVATELLA DI MILANO (1956)

LA TROVATELLA DI MILANO (1956)

Anno 1956

Paese Italia

Genere Drammatico

Regia Giorgio Capitani

Attori Luisella Boni, Franco Festucci, Rita Giannuzzi, Franca Marzi, Massimo Serato, Otello Toso, Luigi Tosi

Data uscita N.D.

Fotografia Arturo Gallea

Musica Giovanni Fusco

Sceneggiatura Gigliola Falluto, Giuseppe Mangione

Trama
A Milano, nel 1848, i carbonari preparano l’insurrezione contro il governo austriaco. Le riunioni segrete dei rivoluzionari hanno luogo nei sotterranei del collegio dei “martinitt”, che ospita, tra gli altri, una giovane trovatella, Maria. Questa ha scoperto per caso il segreto dell’attività insurrezionale ed ha avuto occasione d’avvicinare il giovane capo dei carbonari, Gabriele: tra i due giovani è sbocciato l’amore. Mentre prepara l’insurrezione, Gabriele è in grado di controllare il campo nemico, avendo avuto l’abilità di divenire, sotto il nome di Kruber, il segretario del conte Patti, capo della polizia. Malgrado questo, un brutto giorno i carbonari sono sorpresi dalle pattuglie austriache, comandate dal tenente Han, promesso alla nipote del Conte Patti, la quale invece e innamorata del segretario Kruber, cioè di Gabriele. I carbonari riescono a salvarsi, solo Maria viene arrestata e sottoposta a processo. Il suo più spietato accusatore è il conte Patti, che ottiene la sua condanna a morte. Ma quando già la condanna è stata pronunciata, Patti apprende che Maria è sua figlia. La verità gli viene rivelata dalla sua seconda moglie, Corinna. Molti anni prima, il di lei fratello, Diego, era penetrato nella villa del conte, per derubarlo. Scoperto, aveva dato fuoco alla villa: la moglie del conte era morta nell’incendio, mentre Maria, la loro figlioletta, era stata salvata da Corinna, per caso presente, che l’aveva affidata al collegio dei “martinitt”. Del delitto furono incolpati allora i carbonari, contro i quali s’era accanito l’odio del conte Con l’aiuto di Gabriele, il conte riesce a far fuggire Maria, strappandola agli sgherri, che la portavano al supplizio. Scoppia intanto tra gli insorti e le truppe il conflitto, col quale s’iniziano “le cinque giornate”: il conte è il primo ad offrire il petto alle fucilate austriache.

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