Il servo di scena (1983)

Il servo di scena (1983)

Anno 1983

Paese Gran Bretagna

Durata 112 minuti

Genere Drammatico

Regia Peter Yates

Attori Albert Finney, Tom Courtenay, Edward Fox, Zena Walker, Eileen Atkins, Michael Gough, Cathryn Harrison, Betty Marsden, Sheila Reid, Lockwood West, Guy Manning, Anne Mannion, Donald Eccles, Llewelyn Rees, Kevin Stoney, Roger Avon, Christopher Irvin, Stuart Richman, Ann Way, Kathy Staff

Data uscita N.D.

Fotografia Kelvin Pike

Montaggio Ray Lovejoy

Musica James Horner

Sceneggiatura Peter Yates, Ronald Harwood

Trama
Nell’Inghilterra del 1940 – nel periodo che vede gli Inglesi, non ancora affiancati dagli Stati Uniti, prodigarsi al massimo nella lotta contro il nazismo – una troupe di anziani attori di teatro contribuisce, a suo modo, a tenere alto il morale degli inglesi, portando nei teatri di provincia il repertorio scespiriano e recitando coraggiosamente anche sotto gli allarmi aerei. Il capo comico è un vecchio attore, un Sir despota e capriccioso, vanitoso ed egoista ma anche stanco, ormai al tramonto della sua carriera e che ogni sera trova la forza di entrare in palcoscenico perché recitare è la sua vera ed unica forma di vita. Gli è accanto “the dresser”, che, in realtà, riveste il ruolo di segretario, di amico, di suggeritore; che è capace di aiutarlo nei momenti di smarrimento, di rammentargli le parti dimenticate, di spronarlo quando il Sir sta crollando, di lavarlo, persino, di vegliarne il sonno, di proteggerlo dalle invadenze degli altri. Norman, il servo di scena, dai gesti e movenze che rivelano tendenze omosessuali, non ha più una vita propria ma ha trasferito sé stesso, i suoi sogni, le sue aspirazioni nel grande attore e vive di luce riflessa e protegge e difende gelosamente il padrone perché così facendo difende e protegge sé stesso. Alla vigilia di un debutto in provincia, tutta la troupe è impegnata per la messa in scena di re Lear e, nella tensione dei preparativi, si rivelano i difetti, le debolezze, i rancori esistenti nel gruppo teatrale fino a raggiungere il diapason nello stralunato Sir che, ormai al di fuori di ogni realtà, vaneggia confondendo le parti, e in un Norman che lotta disperatamente perché la resa del suo padrone segnerebbe la fine di lui stesso. E quando, finalmente, il re Lear andrà in scena in uno spettacolo che muove il pubblico al pianto, questo sarà l’ultimo sforzo del vecchio attore stremato. Il Sir, provato dalla fatica di tutta una vita dedicata al teatro, muore nel suo camerino con un sorriso sulle labbra. Norman scopre che nella dedica della sua autobiografia, l’attore ha ricordato tutta la compagnia teatrale, dimenticando proprio lui, il servo fedele. Esplode allora, amarissimo, il grido d’amore e di rabbia di Norman: il grido di chi è rimasto solo, senza ormai più identità, né affetti, né scopo di esistere.

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