Il male oscuro (1989)

Il male oscuro (1989)

Anno 1989

Paese Italia

Durata 113 minuti

Genere Commedia

Regia Mario Monicelli

Attori Giancarlo Giannini, Emmanuelle Seigner, Stefania Sandrelli, Vittorio Caprioli, Antonello Fassari, Elisa Mainardi, Armando Marra, Pietro Tordi, Beatrice Palme, Néstor Garay, Rocco Papaleo, Franca Scagnetti, Oriana Baghino, Benito Artesi, Chiara Argelli, Santi Bellina

Data uscita N.D.

Fotografia Carlo Tafani

Montaggio Ruggero Mastroianni

Musica Nicola Piovani

Sceneggiatura Tonino Guerra, Suso Cecchi d’Amico

Trama
Giuseppe Marchi, dominato da bambino da un padre autoritario e dispotico nella sua divisa di maresciallo dei carabinieri, cresciuto in una famiglia modesta, mantenuto agli studi grazie a grandi sacrifici e sempre frustrato da difficoltà e angustie, ormai cinquantenne, aggiunge alle sue pene il rimpianto di non aver fatto in tempo a rivedere il padre sul letto di morte. Sceneggiatore di scarso successo, dopo aver vissuto con Sylvaine, una vedova francese, si fa sedurre da una ragazza molto più giovane che sposa perché rimasta incinta. Marchi, che in realtà sogna di scrivere il romanzo della propria vita, non riesce a farsi accettare un copione su Giuda, rivisitato con intenti commerciali. Si autocommisera sempre e accusa spesso dolori laceranti. Un giorno finalmente decide di farsi visitare in una clinica dove lo operano per un’ulcera ed un’appendicite inesistenti. Stremato, infine tenta perfino il suicidio. Quando sua moglie parte con la piccola per trascorrere due mesi a Siusi, Giuseppe, costretto dentro un busto consigliatogli poiché ha un rene mobile, resta nel caldo romano a tentare di scrivere il primo capitolo della propria autobiografia. Anche quando finalmente decide di raggiungere sua moglie sulle Alpi, le sue manie e fobie non cessano. Intanto il suo copione viene respinto poiché il committente, nei guai con il fisco, si trasferisce altrove, lasciando a Marchi, per sdebitarsi, della terra coltivata ad uliveto in Calabria. Finalmente, l’uomo si affida ad uno psicanalista, il cui responso è facile e assai rapido: alla radice del suo male esistenziale vi è la figura paterna ed il suo condizionamento e, ora che lo sa, tutto gli appare più chiaro ed pensa di essere guarito. Ma a questo punto la moglie gli rivela di tradirlo da anni. Stando ormai così le cose, Giuseppe decide di andare a vivere da solo in una baracca fra gli ulivi calabresi, a zappare il suo orticello, da dove la sera vede, al di là dello Stretto, le luci della Sicilia, la terra in cui il padre, che ancora incombe nella memoria, era nato e vissuto.

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