HEIMAT 2 – L’ARTE O LA VITA (1992)
HEIMAT 2 – L’ARTE O LA VITA (1992)
Anno 1992
Paese Germania
Durata 133 minuti
Genere Drammatico
Regia Edgar Reitz
Attori Henry Arnold, Salome Kammer, Abbie Conant, Noemi Steiuer, Frank Roth, Anke Sevenich, Daniel Smith, Taja Lysy, Susanne Reitz, Tana Schanzara, Eva Schubert, Michael Schonborn, Sissi Schmidthuber, Alexander May, Luitpold Muller, Stella Marion Pahlke, Elena Papandreou, Danielle Fienbork, Carolin Fink, Armin Fuchs, Viktoria Ifrim, Lisa Klager, Irene Kugler, Thomas Kylau, Manfred Andrae, Traudi Pauer, Achim Barrenstein, Edith Behleit, Johanna Bittenbinder, Martin Maria Blau, Marinus Georg Brand, Ute Cremer, Gwendolyn Von Ambesser, Sabine Von Maydell
Data uscita N.D.
Fotografia Christian Reitz, Gernot Roll, Gérard Vandenberg
Montaggio Susanne Hartmann
Musica Nicos Mamangakis
Sceneggiatura Edgar Reitz
Trama
A dieci anni dal suo arrivo a Monaco, Hermann Simon potrebbe sentirsi realizzato: guadagna molto con la Isarfilm, ed il console Handschuh gli vuole bene come a un figlio. Ma è durante l’ennesima Oktoberfest, con il suo chiasso, le risa, le canzoni sguaiate, la cordialità obbligatoria che poi, alla prima scintilla, si trasforma in rissa, che lui capisce di essere, sempre e comunque, un estraneo pellegrino alla ricerca del suo “Graal”, che né l’amore, né la musica sembra potergli procurare. È inutile che Zielke gli preponga di metter su uno studio di registrazioni avveneristico, o il console addirittura di diventare suo erede. Hermann sale su un treno e va in cerca di Clarissa Lichtblau e dalla madre di costei apprende che è in tournée col suo gruppo femminile, con lo spettacolo di musica e danza “La passione delle streghe”. Di treno in treno, alla caccia della sfuggente dea della sua vita, incontra prima Renate Leineweber che si esibisce in numeri sempre ai limiti del volgare, per congressi o mediocri spettacoli; vede Juan Ramon Fernandes ridotto a modesto equilibrista in un circo; rivede la moglie Schnusschen con la piccola Lulù, che ormai lo tratta addirittura con aperta ostilità. Su un manifesto vede anche il volto di Helga Aufschrey tra i ricercati della banda terrorista Baader-Meinhof; apprende dai giornali che Stefan Aufhauser è stato ferito durante un’irruzione in casa della polizia, sulle tracce di Helga e dei suoi compagni di clandestinità. Hermann scrive al console ringraziandolo ma rinunciando alla sua offerta. Trovata finalmente Clarissa ad Amsterdam, assiste affascinato alla rappresentazione, dove si rende conto che la donna sembra appagata ora dalla sua voce e dal teatro e dall’amicizia delle altre donne. Una lunga notte assieme in un hotel consente ai due di confidarsi e di aprirsi ulteriormente, per riconoscere che in definitiva tra loro è solo possibile un sentimento che, pur fortissimo ed inalienabile, non può essere radicato nel vissuto. Al mattino Clarissa sparisce lasciando un biglietto: “Aspettami”. Hermann lo fa per un po’, poi riprende il treno, e giunge alla terra natale, dove un vecchio, una sorta di “genius loci”, gli dà il benvenuto.