HEIMAT (1984)

HEIMAT (1984)

Anno 1984

Paese Germania

Durata 119 minuti

Genere Drammatico

Regia Edgar Reitz

Attori Peter Harting, Jörg Hube, Mathias Kniesbeck, Karin Kienzler, Michael Kausch, Gudrun Landgrebe, Michael Lesch, Eva Maria Bayerwaltes, Marita Breuer, Gertrud Bredel, Willi Burger, Karring Rasenack, Markus Reiter, Dieter Schaad, Eva Maria Schneider, Rolf Roth, Sabine Wagner, Wolfram Wagner, Rüdiger Weigang

Data uscita N.D.

Fotografia Gernot Roll

Montaggio Heidi Handorf

Musica Nicos Mamangakis

Sceneggiatura Edgar Reitz, Peter Steinbach

Trama
La storia si sviluppa in un lunghissimo lasso di tempo (dal 1919 al 1982) e si svolge nell’Hunsruck, una regione rurale di media montagna tra il Reno e la Mosella, terra natale del regista, dove è situato l’immaginario paese di Schabbach. Ed è una storia di destini personali e di piccole vicende locali, che trova il suo perno nella famiglia Simon. Tornato dalla prima guerra mondiale, Paul Simon si sposa qualche anno dopo con la bella Maria, ne ha due figli (Ernst ed Anton), ma poi (siamo nel 1926) pianta tutto e tutti e se ne va a lavorare a Detroit, senza mai più dare notizia di sé. I ragazzi crescono vicino ai nonni Mathias (che fa il maniscalco) e Catharina, allo zio Eduard ed alla zia Pauline. Poi Eduard, iscrittosi all’emergente partito nazionalsocialista, diventa borgomastro e sposa Lucie, una ex-tenutaria conosciuta a Berlino, dove egli è andato per curarsi i polmoni malati. Pauline sposa invece un ricco orologiaio, che sparirà durante la guerra. Intanto il nazismo va al potere, la gente comincia a godere di un certo benessere, Eduard e Lucie si fanno una magnifica villa e in paese primeggia, in divisa di SS, il giovane Wiegand, fratello di Maria, la quale si innamora di Otto, un geometra della Organizzazione Todt (una grande strada è in costruzione nei paraggi), che morirà in seguito nel disinnesco di una bomba inesplosa, lasciando alla donna un figlio (Hermann). Nel 1938 Paul tenta di tornare a casa: ormai egli è un facoltoso industriale nordamericano, ma non riesce neppure a sbarcare in Europa, poiché il regime lo respinge, essendo insorti dubbi sulla arianità della famiglia. La guerra condiziona tutto e tutti con i suoi lutti e le inevitabili restrizioni. Dopo l’occupazione degli Alleati, Anton, a suo tempo chiamato alle armi, farà 5000 chilometri a piedi per tornare dalla Russia a casa: si sposa con Martha e mette su una bene attrezzata fabbrica di articoli ottici. Ernst, congedato da pilota, si dà da fare anche lui, prima con una impresa di trasporti per elicottero, poi quale installatore di case prefabbricate. Un giorno ritorna Paul: i suoi rapporti con Maria sono ormai freddi e formali, le sue simpatie, più che ai figli legittimi e ormai adulti, vanno a Hermann, il quale è scottato da una folle passione per Clara (che ha dieci anni più di lui e che, rimasta incinta, decide di abortire e sarà comunque perseguitata dalla famiglia Simon). Troncato il rapporto, Hermann si dedicherà ai problemi tecnici e stilistici della musica elettronica, sulla quale strada si farà largo come compositore e direttore di orchestra, aiutato da Paul. Ancora gente che invecchia e che nasce, nel paese che fiorisce per la ripresa economica e nel generale benessere finché – scomparsi da tempo i due nonni – muore anche Maria Simon, ormai ottantenne, nel rispetto e nella stima di tutti. Hermann, in giro per i suoi concerti, giungerà troppo tardi sotto un furioso temporale al suo paese natio, a cui ognuno si sente legato da ricordi dolci o amari, con legami profondi e tenacissimi. (Nel personaggio di Herman è incarnato un alter ego dell’autore)

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