GIORNI DI GLORIA… GIORNI D’AMORE (1991)

GIORNI DI GLORIA… GIORNI D’AMORE (1991)

Anno 1991

Paese USA

Durata 139 minuti

Genere Drammatico

Regia Mark Rydell

Attori Dori Brenner, Jeff Brooks, James Caan, Norman Fell, Michael Greene, Steven Kampmann, Karen Martin, Melissa Manchester, Bette Midler, Rosemary Murphy, Patrick O’Neal, Jack Sheldon, George Segal, Bud Yorkin, Shannon Wilcox

Data uscita N.D.

Fotografia Stephen Goldblatt

Montaggio Jere Huggins, Gerald B. Greenberg

Musica Dave Grusin

Sceneggiatura Neil Jimenez, Lindy Laub, Marshall Brickman

Trama
Il cronista di un’importante emittente insiste con Dixie Leonard per l’apparizione in diretta nel corso della consegna a lei e ad Eddie Sparks di una onorificenza. Lei, che fin dal ’42 è stata applaudita per le sue canzoni e le sue spregiudicate battute in pubblico, è ora una anziana, solitaria signora: lui, che di anni ne ha 92, era un cantante-ballerino di largo successo. Il duo era subito diventato notissimo, perché durante la Seconda guerra mondiale si produceva sui vari fronti in spettacoli destinati alle truppe americane. A Sparks la biondissima Dixie era stata raccomandata dallo zio Art Silver, autore di testi e manager dell’artista: la giovane, che aveva il marito in Nord Africa e un bimbetto, al debutto aveva sfiorato la catastrofe per timidezza e incidenti di palcoscenico, ma la situazione si era poi risolta in un clamoroso successo. I due colleghi (non amanti) – un po’ patinato, come di moda, e gigione Sparks, brusca e imprevedibile lei – costituiscono ben presto una coppia spassosa e acclamata ovunque. Insieme si esibiscono nei campi di azione della Corea e del Vietnam. Mortole in combattimento il marito, Dixie perde anche il figlio Denny (che Sparks amava moltissimo) appunto in Vietnam, nel corso di uno spettacolo interrotto da un furioso attacco nemico. Sempre e ancor più pacifista nell’animo, oltreché contestatrice (anche durante l’epoca del maccartismo, quando Eddie nulla fece per impedire il licenziamento di Art, accusato di filocomunismo, come molti altri intellettuali del tempo), Dixie si era poi ritirata nel suo dolore a vita privata, mentre Eddie si esibiva in piccoli locali: per ben venti anni lei ed Eddie non seppero più nulla l’uno dell’altra. Il sodalizio era finito. Ma la concessione dell’onorificenza presidenziale per l’opera svolta fra i soldati era occasione importante per la televisione: 50 milioni di teleutenti avrebbero potuto applaudire i due vecchi idoli dei combattenti. Dixie Leonard dapprima rifiuta, poi cede alle lusinghe della memoria e dei riflettori. E il vegliardo collega se la vede infine comparire accanto sulla ribalta, sempre un po’ beffarda e pronta alla “beccata”, ma sorridente e simpatica come nei giorni lontani, infine con le lacrime agli occhi, perché Eddie proclama davanti a tutti che quel ragazzo da lei perduto nel Vietnam egli lo ha amato come un figlio. Le parole ed il canto di Eddie, la commozione ed il sorriso della donna e qualche breve accenno di danza dell’impareggiabile coppia sono subissati da applausi riconoscenti.

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