FEMME PUBLIQUE (1984)
FEMME PUBLIQUE (1984)
Anno 1984
Paese Francia
Durata 114 minuti
Genere Drammatico
Regia Andrzej Zulawski
Attori Michael Goldman, Francis Huster, Valérie Kaprisky, Andrzej Jarosziewicz, Vincent Martin, Giselle Pascal, Pascale Pellegrin, Lambert Wilson, Yveline Ailhaud, Michel Albertini, Patrick Bauchau, René Beriard Waver, Diane Delor, Marie Christine Demarest, Jean Paul Farre’, Roger Dumas
Data uscita N.D.
Fotografia Sacha Vierny
Montaggio Marie-Sophie Dubus
Musica Alain Wisniak
Sceneggiatura Andrzej Zulawski, Dominique Garnier
Trama
Il regista Lucas Kesling dirige un film ispirato ai “Demoni” di Dostojevski. In tale quadro (e con molteplici riferimenti anche agli ambienti dell’Est ed alla attualità, si inserisce la vicenda di Ethel, che Lucas seduce e protegge, avendole affidato il più importante ruolo femminile del film in questione. In realtà, Ethel è solo una splendida ragazza la quale, per vivere, posa nuda a pagamento, Lucas tenta di forzarne la natura, sottoponendola ad un duro lavoro e inculcandole l’idea che l’attore è più importante della persona e che, perciò, ella deve tenacemente mirare, se vuole avere successo come “star”, alla costruzione della complessa personalità dell’Artista. La vicenda si svolge in una Parigi periferica ed a tratti anche angosciosa, alternandosi le prove dei “Demoni” a taluni episodi di carnalità, mentre la TV trasmette le immagini dell’assassinio del Cardinale della Lituania, in visita alla Capitale. Nella stessa città, poi, vive e lavora come sguattero un esule ceco (Milan), la cui moglie è stata l’amante di Lucas (e che morirà uccisa), mentre pure Milan è destinato a morire in un grave incidente automobilistico (probabilmente provocato). Milan, che è ossessionato dalla passione e dal ricordo della moglie, convive ad un certo momento con Ethel, la cui identità egli continua a confondere con quella dell’altra donna. Anche Lucas perderà la vita, ma lo farà volontariamente: intestarditosi nel voler portare al successo la ragazza che ama, egli vi riesce, ma poi si autoelimina, forse deluso o sconfortato come un personaggio dostoievskiano, impiccandosi in scena, mentre Ethel sembra avere ormai conquistato la propria immagine di attrice di grido.
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