EFFI BRIEST (1973)

EFFI BRIEST (1973)

Anno 1973

Paese Germania Occidentale

Durata 141 minuti

Genere Drammatico

Regia Rainer Werner Fassbinder

Attori Hanna Schygulla, Wolfgang Schenck, Ulli Lommel, Lilo Pempeit, Herbert Steinmetz, Ursula Stratz, Irm Hermann, Karlheinz Böhm, Karl Scheydt, Barbara Valentin, Theo Tecklenburg, An Dorthe Braker, Barbara Lass, Andrea Schober, Rudolf Lenz, Eva Mattes, Hark Bohm, Peter Gauhe

Data uscita N.D.

Fotografia Jürgen Jürges, Dietrich Lohmann

Montaggio Thea Eymesz

Musica Camille Saint-Saens

Sceneggiatura Rainer Werner Fassbinder

Trama
Ai due Briest, una coppia piccolo-borghese della Germania fine 800, sembra di toccare il cielo con un dito, quando il barone von Instetten chiede la mano della figlia Effi. La ragazza è appena sedicenne ed il barone assai più anziano di lei, ma egli è degna persona, Prefetto di un distretto in Pomerania e per Effi si profila un avvenire tranquillo ed agiato. L’amore da parte di lei verrà in seguito. I due si sposano e si amano sinceramente, anche se la giovane, vibrante e sensibile qual’è, si sente un po’ ristretta in una grande, splendida villa (dove domina la overnante Johanna), che a volte le pare una prigione dorata. Il marito, se anche la colma di premure e la inserisce nella piccola cerchia della gente bene della cittadina, è tuttavia formale e possessivo. Intanto Effi conosce l’affascinante maggiore Crampas e ne nasce una relazione che, al momento, passa inosservata. Solo sei anni dopo, quando già i due coniugi Instetten hanno una bambina (Annie), una sfortunata circostanza fa sì che il marito apprenda, da alcune inequivocabili lettere indirizzate ad Effi da Crampas, quello che è successo. Deluso nella propria dignità e nell’amore, ma costretto dal rigido codice etico della morale borghese allora imperante (e tanto più ora che la carriera lo ha portato a Berlino e, quindi, in contatto con altissime sfere), il barone impone al maggiore la sia pur tardiva riparazione dovutagli. Così lo uccide in duello e ripudia Effi per l’antica sua colpa, sottraendole anche la piccola Annie. Effi, tra l’altro malata di tubercolosi, si riduce da prima a vivere con i propri mezzi in una modesta pensione, assistita solo dalla fedelissima Roswitha (una sua ex-cameriera, semplice e buona, cacciata giovanissima dalla casa paterna perché incinta) e incontrando solo saltuariamente e per pochi istanti la sua Annie. La signora Briest, che non ha voluto, sempre per asseriti principi moralistici, riprendere Effi nella casa natìa, si decide infine a farlo. Ma è ormai tardi: la figlia sta per morire, nella supina e sconfortata accettazione di un matrimonio non nato dall’amore e di una punizione ispirata ad una concezione di vita, tipica di gente degna e nobile, ma sicuramente disumana.

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