Delitti e segreti (1991)

Delitti e segreti (1991)

Anno 1991

Paese USA

Durata 97 minuti

Genere Thriller

Regia Steven Soderbergh

Attori Jeremy Irons, Theresa Russell, Joel Grey, Ian Holm, Jeroen Krabbé, Alec Guinness, Armin Mueller-Stahl, Simon McBurney, Vladimir Gut, Brian Glover, Keith Allen

Data uscita N.D.

Fotografia Walt Lloyd

Montaggio Steven Soderbergh

Musica Cliff Martinez

Sceneggiatura Lem Dobbs

Trama
A Praga negli anni ’20, dominata dal misterioso Castello in cui risiede ogni potere, lo scrittore Franz Kafka, ancora quasi sconosciuto, è impiegato in una grande società di assicurazioni, pesantemente burocratica, dove, timido e frustrato com’è, è tiranneggiato perfino dall’ambiguo Burgel incaricato di consegnare e ritirare le pratiche. Recatosi all’obitorio per identificare il corpo del suo amico Eduard Raban, ritrovato nel fiume, Kafka apprende dal commissario Grubach che la polizia ritiene trattarsi di un suicidio, mentre Gabriella, che era l’amante del morto, è certa che egli sia stato ucciso, e cerca di far entrare Kafka nel gruppo di anarchici, di cui fa parte, ma lo scrittore rifiuta, accettando però di prendere con sé la valigetta di Raban, contenente una bomba. Quando anche Gabriella scompare, Kafka, sfuggito ad un rapimento riesce ad introdursi nel Castello con l’aiuto di Bizzlebek, un becchino, grande ammiratore delle sue opere, che lo guida ad un passaggio segreto. Lo scrittore, attraversa spaventosi locali, in cui trova dei medici, diretti dal dottor Murnau, i quali fanno crudeli esperimenti su alcuni uomini, per renderli osservanti al sistema. Anche Gabriella si trova lì ed è torturata a morte, ma si mostra molto coraggiosa davanti ai suoi aguzzini. Intanto la bomba, che Kafka aveva portato nella valigetta, esplode; lo scrittore fugge dal Castello fra molti pericoli, dopo aver visto Murnau ucciso da una delle sue vittime, e agganciato ad un meccanismo che lo trasporta verso la rossa cupola di vetro, che sovrasta il locale. Più tardi, tornato in città, deve recarsi all’obitorio, per identificare Gabriella, della quale egli sa bene che è stata uccisa, ma, poiché il commissario Grubach gli propone la solita tesi del suicidio, egli l’accetta per paura. Sentendosi per ciò che ha visto al Castello in qualche modo “complice” della orrenda realtà, Kafka riprende poi il suo monotono lavoro in ufficio. Quindi scrive una lettera al sua autoritario padre, in cui gli dice di aver sempre creduto meglio sapere la verità, piuttosto che ignorarla, e, mentre ormai malato gravemente sputa sangue, aggiunge di sperare che la differenza che li divide rendano il loro vivere e il loro morire più lievi.

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