A peso d’oro (1988)

A peso d’oro (1988)

Anno 1988

Paese Ungheria

Durata 110 minuti

Genere Drammatico

Regia Géza Bereményi

Attori Karoly Perjes, Judit Pogány, Eniko’ Eszenyi, Peter Andorai, Barnabas Toth, Andras Papcsik, Gabor Ferenczy, Géza Balkay

Data uscita N.D.

Fotografia Sandor Kardos

Montaggio Teri Losonci

Musica Ferenc Darvas

Sceneggiatura Géza Bereményi

Trama
Nei primissimi tempi del dopoguerra ungherese, Monori è il principe dei rigattieri e il re del mercato. Trafficone e violento, ma riconosciuto e rispettato da tutti, ha i magazzini sempre pieni di ogni bene che sia commerciabile, dagli orologi alle scarpe usate. Il suo culto è per l’oro e le relative leggi. La nascita di un nipotino maschio, datogli dalla figlia Marika (tornata con il marito da Vienna a guerra finita) lo rende felice. Ma Tibor è un genero buono a nulla, Monori lo detesta e lo allontana consegnandogli dell’oro, purché si compri una casa e si installi altrove, lasciando il piccolo ai nonni, che lo possono assistere in tempi tanto tribolati. È ancora l’oro che sarà impiegato da Monori: un lingotto (più minacce esplicite), convincono un medico a salvare dalla difterite il nipote, mentre il flagello infuria a Budapest e già il bambino, come molti altri, è stato sbrigativamente sistemato all’obitorio. Poi vengono tempi duri, anche per i mercatini e i loro ras: l’inflazione aumenta, la roba sparisce e la valuta cartacea ha il sopravvento. L’uomo è accusato dal Partito di essere un profittatore, ma l’oro del fanatico è ben nascosto e introvabile. Poiché Marika, nel frattempo passata a nuove nozze, minaccia il padre di denunciarlo alle Autorità se non le viene restituito il figlio ormai grandicello, il commerciante cede alla richiesta. Poi nel 1956, l’anno in cui gli aneliti di libertà portano i carri armati sovietici e la repressione, Monori sente che i suoi lingotti sono il solo mezzo possibile per salvare il nipotino e mandarlo via dall’Ungheria in attesa di tempi migliori. Ne riempie uno zaino per il ragazzo e fugge con lui tra incendi e fucilate: ma un attacco di peritonite lo costringe ad un ricovero in ospedale. L’onnipotenza dell’oro si rivela inutile di fronte alla morte che uccide Monori, mentre egli guarda negli occhi quell’erede tanto amato.

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