PRIGIONIERI DELL’ONORE (1991)
PRIGIONIERI DELL’ONORE (1991)
Anno 1991
Paese Gran Bretagna
Durata 99 minuti
Genere Drammatico, Storico
Regia Ken Russell
Attori Richard Dreyfuss, Oliver Reed, Peter Firth, Jeremy Kemp, Brian Blessed, Peter Vaughan, Kenneth Colley, Catherine Neilson, Lindsay Anderson, Michael Haughey
Data uscita N.D.
Fotografia Mike Southon
Montaggio Brian Tagg, Mia Goldman
Musica Barry Kirsch
Sceneggiatura Ron Hutchinson
Trama
Nel 1923, in Inghilterra, due uomini ricordano il “caso Dreyfus”, che per anni fece tanto scalpore. Nel 1895, Alfred Dreyfus, ufficiale dei Servizi Segreti francesi, accusato di essere una spia pagata dai tedeschi, viene degradato, mentre proclama la sua innocenza, quindi mandato all’Isola del Diavolo, dove languirà per anni. A capo del controspionaggio francese, intanto, è nominato il colonnello George Picquart, mentre il maggiore Henry è deluso per non essere stato prescelto. Il generale Boisdeffre, che stima molto Picquart, gli ordina un’indagine sulla caso Dreyfus (perché ha dei dubbi) e il colonnello scopre presto che le prove contro il condannato, consistenti in due foglietti, minuta di un messaggio che egli avrebbe inviato ai tedeschi, accusano invece un altro ufficiale dei Servizi Segreti: Esterhazy, la cui calligrafia è chiaramente riconoscibile. Picquard si persuade che Dreyfus è stato condannato solo perché ebreo. Anche Picquart è antisemita, ma vuole fare giustizia, mentre il generale Boisdeffre e i suoi colleghi rifiutano di accusare Esterhazy sia per antisemitismo, sia soprattutto, per difendere il prestigio dell’esercito, nel quale i francesi non debbono mai perdere fiducia. Picquart viene perciò esonerato dal suo incarico, e inviato in inutili missioni in paesini lontani, allontanandosi così dall’amata Héloise (che però è moglie di un altro uomo). Superata una grave malattia e tornato a Parigi, Picquart viene supplicato invano dalla signora Dreyfus, che vorrebbe vedere le prove in favore di suo marito, ma George, legato dal suo giuramento all’esercito, rifiuta. Subito dopo viene messo in congedo illimitato e sostituito da Henry. I generali proteggono Esterhazy per una questione di principio; gli viene fatto un processo, promettendogli che sarà assolto, ed egli racconta fandonie. Intanto, nel 1898 Emile Zola pubblica il suo famoso articolo “J’accuse!”, che difende Dreyfus ed ha una risonanza mondiale. Picquart depone la verità, perché i generali hanno giurato il falso, Henry lo accusa di aver falsificato le prove, e i due si battono a duello: Zola è condannato per diffamazione e Picquart è imprigionato ed espulso dall’esercito. Intanto il ministro della guerra ordina al capitano Didier un’inchiesta sul caso Esterhazy Dreyfus, e il giovane ufficiale dichiara che almeno un documento è visibilmente contraffatto, e va a rovistare nell’ufficio di Henry, il quale viene allora costretto a suicidarsi. Picquart, convinto cattolico, afferma che non si suiciderà mai. Poi Dreyfus viene rimpatriato e Picquart liberato, ma rifiuta di fuggire con Héloise perché è un soldato e vuol testimoniare: nel 1899 c’è un breve processo contro Dreyfus, che viene ancora condannato. Il poveretto, per non tornare all’Isola del Diavolo, sarebbe disposto ad approfittare di un’amnistia generale, ma l’inflessibile Picquart gli fa riflettere che così ammetterebbe la propria colpevolezza, e non gli stringe la mano. Dopo 6 anni Dreyfus è reintegrato nell’esercito, e Picquart è nominato ministro della guerra, ma muore prima dell’inizio della I guerra mondiale. Il racconto di Esterhazy, uno dei due uomini, che parlano in Inghilterra nel 1923, termina con parole di ammirazione per Picquart, e con la notizia che l’accusa di spionaggio fu solo una commedia: non fu rivelato, infatti, alcun segreto militare, perché i tedeschi sapevano già tutto. Quindi egli appone il suo autografo ad un libro che ha scritto sul “Caso Dreyfus”.
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