Figli di Annibale (1998)

Figli di Annibale (1998)

Anno 1998

Paese Italia

Durata 92 minuti

Genere Commedia

Regia Davide Ferrario

Attori Diego Abatantuono, Silvio Orlando, Valentina Cervi, Ugo Conti, Flavio Insinna, Elena Giove, Gianluca Gobbi, Enrico Salimbeni, Pietro Ghislandi, Caterina Sylos Labini, Vita Francioso, Loredana Zucchi, Massimiliano La Spina

Data uscita N.D.

Fotografia Giovanni Cavallini

Montaggio Claudio Cormio, Luca Gasparini

Musica Fabio Piazzalunga, Damiano Rota

Sceneggiatura Davide Ferrario, Diego Abatantuono

Trama
Giunto ormai ad uno stadio di disperazione, Domenico, disoccupato torinese, decide di rapinare una banca a Como e poi fuggire col bottino nella vicina Svizzera. Impacciato com’è, tutto gli va storto e l’unica maniera che gli rimane per venire fuori dalla situazione è sequestrare il primo cliente che gli capita a tiro: si tratta di Tommaso, imprenditore aggressivo e spregiudicato. Gli affari però gli stanno andando molto male, il fallimento incombe, lo aspettano debiti, protesti, derisione da parte dei colleghi. Il sequestro e la fuga gli si presentano perciò come un’occasione che il destino gli offre per sparire e ricominciare da capo. Escono allora insieme dalla banca e a questo punto i ruoli si invertono: Tommaso convince Domenico a fuggire non verso il nord ma verso il sud, in Puglia dove potranno imbarcarsi su una nave diretta in Nord Africa. Domenico non è molto convinto ma accetta. Tommaso è in rotta con la moglie, dalla quale si allontana senza troppo rimpianto, mentre Rita, la giovane figlia, non vuole veder partire il padre. Durante il viaggio in macchina, la situazione si chiarisce, con grande stupore di Domenico: Tommaso ha una relazione omosessuale con il poliziotto Orfeo, fattosi trasferire appositamente in Puglia; Rita si presenta all’improvviso e Domenico, che all’inizio ha dovuto fingere di essere il gay, comincia con lei una timida relazione, cui il genitore si oppone; da un ospizio arriva la sorella di Domenico, Carmela, cieca, grossa, sfacciata. Dopo contrasti e piccoli/grandi scontri, il poliziotto lascia il gruppo. Gli altri quattro si imbarcano su una nave scassata guidata da un certo Ermes, amante dell’alcol. Dall’Egitto mandano una lettera ad Orfeo, scrivendo che tutto va bene. Ma non è vero, e Domenico dice: “E se pensassimo ad una banca?”.

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