Panni sporchi (1998)

Panni sporchi (1998)

Anno 1998

Paese Italia

Durata 110 minuti

Genere Commedia

Regia Mario Monicelli

Attori Paolo Bonacelli, Marina Confalone, Alessandro Haber, Benedetta Mazzini, Mariangela Melato, Ornella Muti, Michele Placido, Gigi Proietti, Pia Velsi, Gianfranco Barra, Roberto Della Casa, Francesco Guzzo, Gianfelice Imparato, Cristiana Liguori, Mimma Lovoi, Paolo Lombardi, Maria Gangale, Alessandro Nuccio, Angelo Orlando, Elisabetta Perotto, Kassandra Voyagis, Mia Benedetta, Vittorio Benedetti, Nicoletta Boris, Roberto Corbiletto, Luca Di Girolamo, Francesco Gabbrielli, Marisol Gabbrielli, Maria Grandi, Luciano Luminelli, Cristina Maccà, Jessica Mazzanti, Oumar Mamadou Ba, Cornetti Caldi, Vittorio Viviani, Vittorio Rap, Paolo Triestino, Giuseppe Oppedisano, Paolo Paoloni, Guido Polito, José Luis Puertas, Renzo Martini, Gianni Morandi, Donato Turco

Data uscita N.D.

Fotografia Stefano Coletta

Montaggio Bruno Sarandrea, Marco Mauti

Musica Luis Enríquez Bacalov

Sceneggiatura Suso Cecchi d’Amico, Mario Monicelli, Margherita d’Amico

Trama
Da due generazioni, nelle Marche, la famiglia Razzi manda avanti un’impresa che produce caramelle digestive a base di cicoria, la cosiddetta ‘cialda’, brevettata da un nonno farmacista e diffusa presso una clientela limitata e fedele. A capo della ditta c’è Furio, il marito di Cinzia Razzi, ma il suocero Amedeo, messo da parte per inettitudine, vorrebbe sostituirlo con il nipote Camillo, orfano di padre. Convinto da Camillo, Amedeo si esibisce in uno spot per la ditta su una TV locale, ma i contenuti dello spot, l’ironia della città e le spese fanno sì che Furio decida di togliere al vecchio l’accesso alla cassa di famiglia. Umiliato e addolorato, Amedeo ha un infarto e muore. Furio rimane solo a cercare di mandare avanti la fabbrica. I suoi figli, Carlino e Giada, sono giovani e inetti. C’è poi lo zio Genesio, allontanatosi per fare l’artista, e che ora ritorna portando a sorpresa una giovane moglie albanese, Fiore. Genesio dice a Furio che ha bisogno di soldi, Furio li nega e Genesio, inaspettatamente, si uccide. Nella confusione, Camillo prende in mano le redini del comando, progetta grandi investimenti e organizza una spettacolare festa per il proprio matrimonio con Tiziana. Ma la festa si rivela un disastro, le nozze non si fanno, i conti non tornano, Camillo fa uso di cocaina e ben presto gli strozzini lo braccano. Fiore capisce allora che è il momento buono per avvertire il fratello, un albanese dedito ad attività poco lecite. Questi ha buon gioco nel proporsi come acquirente della ditta. E quando tutto sembra ormai perduto, Furio, che non si rassegna, mette l’esplosivo alla fabbrica. Dalla finestra di casa, Cinzia osserva l’esplosione.

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