TANGOS – L’ESILIO DI GARDEL (1985)
TANGOS – L’ESILIO DI GARDEL (1985)
Anno 1985
Paese Argentina, Francia
Durata 119 minuti
Genere Drammatico, Musicale
Regia Fernando E. Solanas
Attori Marie Laforêt, Philippe Leotard, Miguel Angel Sola, Marina Vlady, Georges Wilson, Ana María Picchio, Gabriela Toscano, Michel Etcheverry, Gregorio Manzur, Claude Melki, Lautaro Murua, Fernando E. Solanas
Data uscita N.D.
Fotografia Félix Monti
Montaggio Jacques Gaillard, Cesar D Angiolillo
Musica Astor Piazzolla
Sceneggiatura Fernando E. Solanas
Trama
Alla fine degli anni ’70, un gruppo di Argentini vive in esilio volontario o forzato a Parigi. Sono degli intellettuali nella maggioranza – scrittori o gente dello spettacolo – che hanno trovato asilo in Francia a seguito del colpo di Stato operato nel loro Paese. Mariana con la figlia Maria (è questa che racconta la storia), Juan Dos, lo scrittore Gerardo, il patetico Miseria, Alicia, Angelo e tanti altri sono personaggi che vivono alla meglio, telefonando concitatamente a casa per avere denaro e notizie e sognando di tornare al più presto in Patria. Intanto pensano di mettere su uno spettacolo, a scuotere l’apatia e l’indifferenza generale, e lo chiamano “tanghedia”, per farne memoria, testimonianza e ragione di vita: testo e musica sono curati da Juan Primo, con gli appunti e le lettere che egli manda da Buenos Aires, dove è rimasto, e da Juan Dos, suo fratello e musicista geniale. La “tanghedia” consiste in una serie di quadri e scene, dove i fatti e le vicende anche di carattere personale saranno raccontati, simbolizzati, cantati e danzati con l’ausilio di decine di tanghi, da quelli classici di Castaneira de Dios e, soprattutto, del celeberrimo Gardel, a quelli più attuali e brucianti dell’epoca d’oggi. Ma Juan Dos ed il regista (francese) Pierre non riescono a trovare il finale dello spettacolo. Si ricorre perfino alle apparizioni del generale San Martin (eroe dell’indipendenza argentina, morto tristemente in esilio a Parigi nel 1850) e di Gardel, cantore popolare di celebrità mondiale (esiliato e morto nel 1935 nella stessa città). Con la citazione dei due personaggi, i quali pacatamente inducono alla fiducia ed all’inevitabile ritorno in Patria, nonché con le franche parole della giovanissima Maria, troppo lontana dalla dittatura e dai “desaparecidos”, ormai integratasi nel Paese che l’ha accolta e vogliosa di vivere, la “tanghedia” non andrà in scena, ma resterà un canto genuino e dolente, una toccante esperienza aperta alla speranza.
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