Noi tre (1984)
Noi tre (1984)
Anno 1984
Paese Italia
Durata 88 minuti
Genere Storico
Regia Pupi Avati
Attori Gianni Cavina, Lino Capolicchio, Davide Celli, Gianpaolo Cocchi, Christopher Davidson, Ida Di Benedetto, Carlo Delle Piane, Giulio Pizzirani, Dario Parisini, Barbara Rebeschini, Fernando Sottani
Data uscita N.D.
Fotografia Pasquale Rachini
Montaggio Amedeo Salfa
Musica Riz Ortolani
Sceneggiatura Pupi Avati, Antonio Avati
Trama
Nel 1770, in occasione del suo viaggio in Italia, Wolfgang Amadeus Mozart arriva a Bologna per sostenervi un esame presso la locale Accademia dei Filarmonici. Il quattordicenne genio è ospite, con il padre Leopoldo, della famiglia dei conti Pallavicini, in una splendida villa non lontana dalla città. Qui il ragazzo, aduso alle Corti principesche ed ai consensi del pubblico delle principali sale da concerto europeo, scopre ed assapora il gusto delle cose semplici e naturali, vivendo una inattesa parentesi di libertà. Così, pur studiando, stabilisce un franco rapporto di amicizia con Giuseppe Pallavicini, suo coetaneo, fa passeggiate e corse nel parco e nei boschi, ascolta interessato e incantato un anziano familiare, assai stranito e bizzarro, si diverte alla parlata calda e grassoccia del personale di servizio (e tutti, fin dall’inizio, e senza soggezioni di sorta, lo chiamano Amadè) ma, soprattutto, nasce in lui un tenero e puro sentimento per Antonia Leda, una quindicenne di nobile estrazione, che abita in una villa vicina. I tre ragazzi filano, in perfetto accordo, un delicato sentimento, in cui amicizia e cameratismo giocano il ruolo determinante. Ma l’esame di Bologna è ormai prossimo. Mozart, che durante tre mesi ha preso lezioni dal celebre padre Giovanni Battista Martini (uno dei Filarmonici ed il più grande teorico della musica del tempo) decide, presentandosi alla prova, di inserire nell’elaborato scritto qualche grossolano errore. Padre Martini se ne avvede subito e, certo com’è del destino di gloria che attende l’adolescente musicista, si concede l’arbitrio di correggerli. L’Accademia promuove Mozart e Amadè, che aveva cercato un insuccesso, affinché le sue fantasticherie e la sua spontanea gioia giovanile potessero continuare per sempre, chiude la sua felice parentesi bolognese, ripartendo in carrozza con il padre e, lasciandosi alle spalle la malinconia e l’incanto di ricordi bellissimi, nonché un’amicizia e degli affetti irripetibili.
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