Un angelo alla mia tavola (1990)

Un angelo alla mia tavola (1990)

Anno 1990

Paese Nuova Zelanda

Durata 159 minuti

Genere Drammatico

Regia Jane Campion

Attori Glynis Angell, Melina Bernecker, Andrew Binns, William Brandt, Iris Churn, Karen Fergusson, Kerry Fox, Alexia Keogh, David Letch, Marty Sanderson, Sarah Smuts Kennedy, Kevin J. Wilson, Edith Campion

Data uscita N.D.

Fotografia Stuart Dryburgh

Montaggio Veronika Haussler

Musica Don McGlashan

Sceneggiatura Laura Jones

Trama
Janet Frame, appartenente ad una numerosa e povera famiglia di contadini della Nuova Zelanda, è una bambina grassa, sgraziata e timida che non riesce a socializzare. Janet sa raccontare belle storie e scrivere poesie: è questo il suo solo piacere, mentre la famiglia soffre per le crisi di epilessia del figlio Bruddie, e lei con le sue tre sorelle dormono strette in un solo letto. Timida, solitaria ed insicura, Janet s’informa curiosa sui misteri della vita: amore e sesso. Mentre alcune sue poesie vengono pubblicate, la giovane studia moltissimo, per raggiungere i corsi superiori. Dopo la tragica morte della sorella Myrtle, Janet e la sorella Isabel vanno a vivere in casa di una zia; qui soffrono la fame, e successivamente vengono scacciate per aver rubato dei cioccolatini. Per ricevere il titolo di maestra Janet deve subire un’ispezione, ma, messa davanti alla lavagna, si paralizza e fugge piangendo. Va allora a lavorare come sguattera, ma continua a studiare psicologia all’università, dove il suo professore, John Forrest, loda con entusiasmo i suoi scritti. Dopo un maldestro tentativo di suicidio, Janet viene ricoverata per “riposare” in ospedale, e finisce poi rinchiusa in manicomio, dove, dichiarata schizofrenica, resta otto anni durante i quali viene sottoposta a moltissimi elettroshock. La pubblicazione di un suo libro le procura un premio letterario e la salva dalla lobotomia, cui stava per essere sottoposta. La scrittrice esce così dal manicomio, andando a vivere con la sorella June, sposata e madre di alcuni bambini. Un anziano e famoso scrittore, Frank, prende poi a proteggerla, le offre un alloggio in campagna, dove può scrivere in pace, e, quando un altro suo libro viene pubblicato, le fa ottenere una borsa di studio per l’estero. Cosicché Janet parte per Londra, dove conosce Patrick, un uomo gentile, che s’interessa a lei, e in seguito raggiunge la Spagna, si stabilisce a Ibiza, e vi conosce un giovane poeta americano, Bernard, suo primo e tardivo amore. Dopo una breve relazione, l’americano riparte, e lei si trova incinta, ma, tornata a Londra, perde il bambino. Respinta come infermiera, a causa del suo passato ricovero in manicomio, la donna sente riaffiorare le sue ansie e il pensiero del suicidio: si fa perciò spontaneamente ricoverare in ospedale, dove viene dichiarata sana di mente, perché non è mai stata schizofrenica, mentre i suoi attuali problemi derivano dal lungo periodo trascorso in manicomio. Intanto, ricevuta notizia della morte del padre (la madre è spirata da tempo), Janet torna in patria, nella povera casa, che trova in grande disordine: ormai è famosa e importante, e viene intervistata e fotografata. Trasferitasi in una roulotte presso l’abitazione della sorella, Janet riprende a scrivere, parlando del magico fruscio prodotto dall’erba, dal vento e dal mare del suo paese.

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