PRIMA LA MUSICA, POI LE PAROLE (1999)

PRIMA LA MUSICA, POI LE PAROLE (1999)

Anno 1999

Paese Italia

Durata 100 minuti

Genere Drammatico

Regia Fulvio Wetzl

Attori Anna Bonaiuto, Andrej Chalimon, Jacques Perrin, Barbara Enrichi, Gigio Alberti, Amanda Sandrelli, Giacomo Piperno, Anita Laurenzi, Fernando Maraghini, Rita Polverini, Silvia Martini, Massimo Sarchielli, Carlo Monni

Data uscita N.D.

Fotografia Maurizio Calvesi

Montaggio Antonio Siciliano

Musica Dario Lucantoni

Sceneggiatura Fulvio Wetzl

Trama
TRAMA BREVE Un bambino di sei o sette anni, Giovanni, vaga per le campagne della Toscana esprimendosi con uno strano linguaggio che nessuno riesce a decifrare. I medici, convinti che il modo di comunicare sia conseguenza di un trauma subito, tentano di ‘rieducarlo’. Le uniche a cercare di capire Giovanni sono una psicologa ed una infermiera, Marina ed Elena. Dentro l’ospedale i loro sforzi non sono capiti e così le due donne sono costrette a rapire il bambino. Sotto gli sguardi attenti delle due donne, il bambino comincia a seguire spontaneamente le sue inclinazioni: la passione per il colore, la gestualità e il contatto fisico. Cerca di comunicare. Con l’aiuto del fidanzato violoncellista, Marina riesce piano piano a decifrare il linguaggio di Giovanni. TRAMA LUNGA Il professor Lanfranco vive con la moglie Clara, molto più giovane di lui, in una villa in Toscana. Il rapporto tra i due non è sereno. Passano sette anni ed ecco Lanfranco, sempre dedito agli studi, affiancato ad un bambino, Giovanni, che gioca nel giardino. Giovanni parla uno strano linguaggio, e Lanfranco gli risponde nello stesso misterioso italiano pieno di enigmi. Una sera Lanfranco ha un infarto e muore. Il bambino non sa cosa fare. Per un po’ dorme sulle ginocchia del padre defunto, poi sente freddo e di veste. Ad un certo punto esce dalla villa, vaga per la campagna, finché non viene visto, avvicinato, e portato nell’ospedale del paese. Qui i medici pensano che quel linguaggio incomprensibile sia la conseguenza di un trauma e cercano di forzarne il cambiamento. Al contrario la psicologa Marina e l’infermiera Elena ritengono che si debba indagare sul perché di quelle parole, e anche sulla loro origine. Non venendo questi sforzi supportati dall’ospedale, le due donne rapiscono il bambino e lo portano a Volterra a casa di Elena. Qui Giovanni ha la possibilità di esprimersi con i colori, la gestualità, la musica. Insomma comincia a comunicare, e così Marina riesce pian piano a decifrare il suo linguaggio e a risolvere l’enigma di quelle frasi, legate proprio agli accordi musicali. Marina ricostruisce gli antefatti della vita di Giovanni, incontra la madre Clara, e insieme tornano nella villa da dove Giovanni è partito. Dieci anni dopo, Giovanni, ormai adulto, si è trasferito in Francia ma non ha dimenticato quel lontano idioma che ha caratterizzato la sua adolescenza.

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