La guerra di Dio (1953)

La guerra di Dio (1953)

Anno 1953

Paese Spagna

Durata 90 minuti

Genere Drammatico

Regia Rafael Gil

Attori Ángel Álvarez, Julia Caba Alba, Félix Dafauce, Claude Laydu, José Manuel Martín, Arturo Marín, Carmen Rodríguez, Carlos Acevedo, Mariano Azana, Maria Benquer, Jaime Blanch, Felix Briones, Ricardo Calvo, José Marco Davó, María Eugenia Escrivá, Manuel Kayser, Milagros Leal, Jose’ Miguel Rupert, Juan José Vidal, Francisco Rabal, Alberto Romea, Fernando Sancho, José Sepulveda, Gérard Tichy

Data uscita N.D.

Fotografia Alfredo Fraile

Montaggio José Antonio Rojo

Musica Joaquin Rodrigo

Sceneggiatura Vicente Escrivá, Ramon D. Faraldo

Trama
Appena uscito di seminario, Don Andrea Mendoza, giovane sacerdote, viene, mandato ad esercitare il suo ministero ad Aldemoz, piccolo paese minerario. Il compito che lo attende non è facile, giacché il paese è avvolto in un’atmosfera d’odio e d’incomprensione: tanto il proprietario della miniera, Don Cesare, quanto i minatori hanno una visione ristretta ed egoistica dei loro diritti e problemi. Don Cesare cerca invano di circuire il nuovo parroco mentre i minatori gli sono decisamente ostili. Don Andrea comincia ad avvicinare i figli degli operai, ma i ragazzi si ritirano per non trovarsi col figlio del padrone, Giulio. Per la festa del paese, il parroco, allontanandosi dalla consuetudine, nomina ‘cerimoniere’ un minatore e questo gesto rende meno ostile il contegno dei minatori: soltanto Martin persiste nella sua ostilità. Quando i minatori scioperano, ed occupano la miniera, perché un loro compagno è stato ingiustamente licenziato, il parroco, dopo aver tentato inutilmente di fare opera di conciliazione, prende risolutamente le parti degli scioperanti. Don Cesare è costretto a cedere agli operai, ma scrive al Vescovo, lamentandosi del contegno di Don Andrea. Un giorno Giulio e la bambina di Martin s’inoltrano in una galleria abbandonata e pericolante. Essi vengono salvati dall’intervento di un gruppo di minatori; ma in seguito al crollo di una volta alcuni operai, tra cui Martin, Don Cesare e Don Andrea, restano prigionieri della miniera. Il lavoro febbrile dei compagni porta loro la salvezza: Martin, che neppure nel momento del pericolo ha voluto riconciliarsi con Don Cesare, lo farà al capezzale della figlia ferita. Don Andrea vien chiamato dal Vescovo, che lo autorizzerà a tornare presso i suoi minatori.

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