Ferdinando I Re di Napoli (1959)

Ferdinando I Re di Napoli (1959)

Anno 1959

Paese Italia

Durata 105 minuti

Genere Commedia

Regia Gianni Franciolini

Attori Vittorio Artesi, Ignazio Balsamo, Paolo Barbieri, Armando Curcio, Pietro De Vico, Peppino De Filippo, Titina De Filippo, Eduardo De Filippo, Peppino De Martino, Vittorio De Sica, Aldo Fabrizi, Enzo Maggio, Audrey McDonald, Nino Milano, Gianni Minervini, Gianni Partanna, Mario Passante, Leslie Philipps, Marcello Paolini, Jacqueline Sassard, Renato Rascel, Rosanna Schiaffino, Giacomo Furia, Nino Vingelli, Nino Taranto, Marcello Mastroianni

Data uscita N.D.

Fotografia Mario Montuori

Montaggio Mario Serandrei

Musica Angelo Francesco Lavagnino

Sceneggiatura Gianni Franciolini, Massimo Franciosa, Pasquale Festa Campanile

Trama
Ferdinando I, che i napoletani chiamano Re Lazzarone, mentre desidera vivamente di ottenere il favore del popolo, nulla fa per meritarlo. A Napoli e in tutto il regno c’è molta miseria a le disagiate condizioni economiche favoriscono il diffondersi del malcontento, del desiderio di cambiamenti politici e di maggiore libertà. Intanto il re dedica solo rari momenti alle cure del governo, e le riunioni del ministri servono al monarca per dare sfogo al suo umore bizzarro. Ferdinando si compiace di girovagare, travestito, frequentando bettole e locali malfamati, dove gioca d’azzardo e bara; ma la sua maggiore preoccupazione sono le avventure amorose, che non sempre si svolgono secondo i suoi desideri. In questo campo Ferdinando trova un serio competitore nel figlio, che egli stesso ha ammaestrato. Intanto gli agitatori politici si danno da fare per tenere viva l’aspirazione del popolo alla libertà; e tra questi si distingue un noto saltimbanco, che porta sempre il costume di Pulcinella. Egli diffonde una sua canzone satirica, contenente evidenti accenni alle poco edificanti avventure del re, e con l’aiuto della sua figliola, della quale Ferdinando è invaghito, riesce a far uscire dalla città dei manifesti compromettenti. Allorché il Re Lazzarone è informato delle malignità che la canzone diffonde sul suo conto, la polizia viene mobilitata per scoprire l’autore. Le ricerche sono varie, perché la gente non vuole parlare: ma Ferdinando viene per caso in possesso di una lettera che i rivoluzionari avrebbero voluto inviare ai capi del movimento insurrezionale, fuori del reame. La lettera contiene le indicazioni che la Polizia aveva cercato invano di ottenere: il re si reca con il suo seguito nel teatrino, dove seralmente recita Pulcinella, deciso a dare un esempio. Ma in quel momento gli giunge notizia delle sollevazioni che mettono in pericolo il trono: con l’aiuto del suo fido servitore e protetto da un travestimento, il re fugge. Con canti e danze il popolo festeggia l’avvenimento.

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