FEMMINA (1954)

FEMMINA (1954)

Anno 1954

Paese Italia

Durata 90 minuti

Genere Avventura

Regia Marc Allégret

Attori Anna Arena, Franco Coop, Mino Doro, Cesare Danova, Augusto Di Giovanni, John Fraser, Carlo Giustini, André Hildebrand, Hedy Lamarr, Remington Olmstead, Gérard Oury, Terence Morgan, Valeria Moriconi, Liliana Rondoni, Rossana Rory, Rita Rosa, Fausto Signoretti, Carlo Tamberlani, Milly Vitale, Marida Vanni, Lia Natali, Richard O’Sullivan, Luigi Pavese

Data uscita N.D.

Fotografia Desmond Dickinson, Fernando Risi

Montaggio Manuel Del Campo, Renzo Lucidi

Musica Alessandro Cicognini

Sceneggiatura Salka Viertel, Roger Vadim

Trama
La compagnia teatrale ambulante, diretta dal capocomico Romani, gira le cittadine e i villaggi della Toscana, allestendo ingenue rappresentazioni di celebri storie d’amore. Il maggior sostegno della compagnia è la bella Liala, figlia del capocomico e prima attrice, che gode grande prestigio e tiene avvinti a sé i cuori di tre giovani attori della compagnia, che l’amano segretamente. Ora da qualche tempo un’ombra offusca la serenità non soltanto dei tre innamorati, ma di tutta la compagnia e specialmente del capocomico Romani: Liala è innamorata di uno sconosciuto che da tempo segue la compagnia nelle sue peregrinazioni ed assiste a tutte le recite. Tutti tremano al pensiero che, trascinata dalla passione, Liala possa abbandonare il padre e i compagni, perché questo significherebbe la rovina della compagnia. Dopo una trionfale rappresentazione della drammatica leggenda di Genoveffa di Brabante, ritrovata miracolosamente dal marito Sigfrido, che molti anni prima, ingannato da una calunniosa accusa, l’aveva condannata a morte, l’evento tanto temuto si verifica. All’alba Liala fugge con lo sconosciuto, che ha assistito alla rappresentazione. La situazione della compagnia è critica, ma il vecchio Romani, sperando in qualche miracolo, non esita ad annunciare per quella sera il nuovo spettacolo: “Napoleone e Giuseppina”. E l’atteso miracolo si compie: all’ultimo momento Liala ritorna e all’ora stabilita è pronta a rappresentare il dramma dell’imperatrice e della donna, che si sottomette alla ragione di Stato. Nel dramma di Giuseppina Liala riconosce il proprio: la sua consapevole rinuncia all’amore.

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