Orazi e Curiazi (1961)

Orazi e Curiazi (1961)

Anno 1961

Paese Italia

Durata 90 minuti

Genere Storico

Regia Terence Young

Attori Alan Ladd, Franca Bettoja, Franco Fabrizi, Robert Keith, Jacqueline Derval, Luciano Marin, Andrea Aureli, Mino Doro, Osvaldo Ruggeri, Piero Palermini, Umberto Raho, Alfredo Varelli, Alana Ladd, Nando Angelini, Franca Pasut, Jacques Sernas, Evi Marandi, Violette Marceau

Data uscita N.D.

Fotografia Amerigo Gengarelli, Cesare Allione

Montaggio Renzo Lucidi

Musica Angelo Francesco Lavagnino

Sceneggiatura Carlo Lizzani, Ennio De Concini, Giuliano Montaldo

Trama
Caduto in un’imboscata, il nobile romano Orazio viene fatto prigioniero dagli Etruschi mentre, alla testa della quarta legione, s’appresta a dar man forte ai Romani, impegnati in una lotta accanita contro gli Albani. Insieme con Scilla, una prigioniera egiziana, Orazio riesce però a fuggire, dopo essere stato costretto a combattere nell’arena contro un branco di lupi affamati. Intanto al campo romano giunge la notizia che la quarta legione è stata sopraffatta e che Orazio ha codardamente abbandonato i suoi soldati. Marzia, fidanzata dello sfortunato comandante romano, credendolo morto, si promette al fratello di lui, Marco. Il re di Roma, Tullo, e Mezio, re di Albalonga, stanchi della sanguinosa guerra e dietro consiglio dell’indovina Egeria, decidono d’affidare le sorti del conflitto ad un combattimento che vedrà opposti in campo tre guerrieri romani e tre albani. Alla vigilia del duello, Orazio torna a Roma. Offeso dalle ingiuste accuse di tradimento, si rifiuta di scendere in campo con i suoi due fratelli. Alla fine il senso dell’onore e l’amor di patria, hanno in lui la meglio. Orazio, Elio e Marco della “gens” Orazia, si misurano con i tre fratelli Curiazi e quando la vittoria sembra ormai degli albani – già Elio e Marco sono stati uccisi – Orazio riesce a sopraffare uno dopo l’altro, ricorrendo all’astuzia, gli avversari. Nel tripudio dei Romani s’ode il pianto disperato di Orazia, sorella del vincitore. Ella, vedendo il corpo esanime di Curiazio, confessa pubblicamente d’averlo amato e subito dopo si trafigge con una spada. Addolorato, Orazio rinuncia al trionfo e s’allontana da Roma, seguito da Marzia.

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