Totò, Peppino e le fanatiche (1958)
Totò, Peppino e le fanatiche (1958)
Anno 1958
Paese Italia
Durata 90 minuti
Genere Comico
Regia Mario Mattoli
Attori Totò, Peppino De Filippo, Aroldo Tieri, Mario Riva, Rosalia Maggio, Jhonny Dorelli, Alessandra Panaro, Elena Borgo, Enzo Garinei, Peppino De Martino, Benedetta Rutili, Edda Ferronao, Yvette Masson, Fanfulla, Totò Mignone, Nadia Bianchi, Giacomo Furia, Diana Dei, Renato Carosone, Anna Campori, Salvo Libassi, Virna Lisi, Antonio La Raina, Gianni Partanna
Data uscita N.D.
Fotografia Anchise Brizzi
Montaggio Gisa Radicchi Levi
Musica Michele Cozzoli
Sceneggiatura Steno, Ruggero Maccari, Furio Scarpelli, Age
Trama
Il Cavalier Antonio Vignarello e il ragionier Peppino Caprioli, ricoverati in una clinica per malattie mentali, si rivolgono al Direttore sostenendo di trovarsi in quel luogo per equivoco e a causa delle manie dei rispettivi familiari. Il fanatismo del jazz, da cui è affetto Carlo, il figlio del Cavaliere e la mania del camping, da cui è presa la figlia del Ragioniere, Ada, sono all’origine della loro conoscenza, avvenuta in occasione di uno scontro automobilistico. Ma la causa ultima della loro sventura, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata la mania degli spettacoli di beneficenza. Travolti dai familiari, i due infelici si sono trovati costretti a partecipare ad uno spettacolo penoso in veste di clown, che viene salvato soltanto all’ultimo momento dall’intervento di un noto complesso musicale. E, a causa del loro insuccesso, alla fine dello spettacolo, vengono ancora costretti dalle famiglie a girare per le strade della città offrendo spillette per gli orfanelli. E qui succede la catastrofe: sostituitisi al vigile, i due fermano completamente il traffico cercando di convincere gli automobilisti a fare offerte per gli orfanelli. Fermati, vengono presi per pazzi e l’arrivo dell’ambulanza pone fine all’avventura. Il direttore si rende conto che i veri matti non sono quel due disgraziati e quando le famiglie li vengono a visitare, farà in modo che i familiari prendano il posto dei ricoverati, e questi riacquistino la libertà.