Viva l’Italia (1960)

Viva l’Italia (1960)

Anno 1960

Paese Francia, Italia

Durata 138 minuti

Genere Drammatico, Storico

Regia Roberto Rossellini

Attori Nando Angelini, Alberto Archetti, Ignazio Balsamo, Luigi Borghese, Leonardo Botta, Vittorio Bottone, Piero Braccialini, Gino Buzzanca, Sveva Caracciolo D’Acquara, Bruno Scipioni, Ugo D’Alessio, Raimondo Croce, Attilio Dottesio, Remo De Angelis, Sergio Fantoni, Carlo Gazzabini, Amedeo Girard, Armando Guarnieri, Franco Interlenghi, Philip Hartuys, Gérard Herter, Giuseppe Lo Presti, Franco Lantieri, Evaristo Maran, Tina Louise, Marco Mariani, Renato Montalbano, Nino Nini, Giovanni Petrucci, Giovanna Ralli, Renzo Ricci, Aldo Vinci, Wando Tress, Paolo Stoppa

Data uscita N.D.

Fotografia Luciano Trasatti

Montaggio Roberto Cinquini

Musica Renzo Rossellini

Sceneggiatura Roberto Rossellini, Antonello Trombadori, Diego Fabbri, Sergio Amidei, Antonio Petrucci

Trama
Il film narra la leggendaria conquista del Regno delle Due Sicilie ad opera dei Mille di Garibaldi. Sbarcato a Marsala, dopo i primi, rapidi successi, Garibaldi trova a contrastargli il passo le forze del vecchio generale Landi. Tanto il generale borbonico è prudente e cauto, reso diffidente per l’ostilità che sente aleggiargli intorno, quanto il suo aiutante, il maggiore Sforza, è temerario e sventato. Contravvenendo agli ordini ricevuti, questi impegna le forze garibaldine presso Calatafimi e ne esce battuto. L’isola è aperta a Garibaldi ed i borbonici chiedono il primo armistizio. Superato lo stretto di Messina, i garibaldini mettono piede in Calabria dove l’ardore dei combattenti ed il sacrificio dei patrioti locali fanno vacillare il trono dei Borboni. Sul Volturno (Napoli è stata presto abbandonata da Francesco II, rifugiatosi a Gaeta) Garibaldi vince la più impegnativa ed importante battaglia campale: ogni possibilità d’una riscossa borbonica è così sfumata. Sembra veramente scoccata l’ora dell’unità d’Italia. Mazzini è a Napoli ed esorta il generale a non desistere dall’azione. I fedelissimi di Garibaldi già pensano alle prossime tappe della loro marcia vittoriosa: Roma e Venezia. Ma Garibaldi comprende che l’altissima posta in gioco merita il sacrificio dei suoi ideali. L’Italia si farà, ma sotto Vittorio Emanuele II, re di Sardegna e Piemonte, il piccolo regno in cui, per la prima volta, s’è accesa la fiaccola Dell’italianità. Bixio, Sirtori, Missori, Türr, Bandi e tutto lo stato maggiore di Garibaldi sentono nel suo sacrificio le oscure mene politiche di Cavour e dei suoi, ma la fermezza e la serenità del loro comandante hanno il potere di placare gli animi più accesi. A Teano, Garibaldi Consegnerà nelle mani di Vittorio Emanuele II il Regno delle Due Sicilie e partirà poi per Caprera dopo aver tutto dato senza aver nulla ricevuto.

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