RITORNO A BERLINO (1988)

RITORNO A BERLINO (1988)

Anno 1988

Paese Germania

Durata 103 minuti

Genere Drammatico

Regia Thomas Brasch

Attori Tony Curtis, Katharina Thalbach, Matthias Habich, Alexandra Stewart, Karin Baal, Ursula Andermatt, Gedeon Burkhard, Guntbert Warns, Fritz Marquardt, Birol Ünel, Michaël Morris, Charles Régnier

Data uscita N.D.

Fotografia Axel Block

Montaggio Tanja Schmidbauer

Musica Günther Fischer

Sceneggiatura Thomas Brasch, Jurek Becker

Trama
Nel 1987 giunge a Berlino un anziano regista americano, Cornfield, per girare un film su di un episodio accaduto nel 1942, quando un regista tedesco doveva girare un film antisemita, basato sulla storia di un malvagio e vecchio usuraio ebreo e di un povero contadino tedesco, costretto a dargli in moglie la sua giovane figlia, la quale, dopo aver accettato le nozze per salvare il padre, si impiccava. Per questo film erano state allora scelte 13 comparse fra gli ebrei di un campo di concentramento, promettendo falsamente loro come compenso l’emigrazione in Svizzera. Uno degli ebrei, afferrata qualche allusione del regista e comprendendo l’inganno, aveva deciso di tentare la fuga dal teatro di posa, insieme al suo migliore amico. Il tentativo poteva riuscire, ma l’altro, preso dal panico, non si muoveva, e così il primo, per aspettarlo, fu scoperto ed ucciso. Cornfield deve ricreare oggi quelle lontane vicende, ma la sua troupe, composta di giovani tedeschi, non comprende né il motivo per cui l’americano voglia fare un film su questa lontana storia, né perché il regista sia sempre così turbato o in collera, né infine perché non parli il tedesco, che capisce benissimo. Pian piano, però, la verità viene fuori: Cornfield fa un film su se stesso, perché egli è Janko, l’ebreo che si salvò e causò per vigliaccheria la morte dell’amico. Il film è dunque una terapia per la sua anima tormentata dai rimorsi; egli vuol placare il suo senso di colpa. Ma quando si sta girando la scena della fuga che Cornfield dirige secondo la sua versione dei fatti, ecco comparire sul set una testimone oculare: la truccatrice della troupe di allora (che aveva aiutato i due giovani, truccandoli per la fuga, e che ebbe per punizione la schiena spezzata dai nazisti), la quale riconosce in Cornfield l’ebreo responsabile di quella morte. Tutti i rimorsi e i ricordi di Cornfield-Janko raffiorano più forti: non si sa come, ma egli riusci a salvarsi. Ora il regista ordina che il film non sia montato, ma distrutto, e va all’aeroporto, ma non parte: resta inchiodato a Berlino, nella sala d’aspetto, schiacciato da una tragedia che forse solo ora ha compreso.

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