GLI ZOCCOLI D’ORO (1989)

GLI ZOCCOLI D’ORO (1989)

Anno 1989

Paese Tunisia

Durata 104 minuti

Genere Drammatico

Regia Nouri Bouzid

Attori Sabah Bouzouita, Fethi Eddaovie, Mshkat Krifa, Farah Kadar, Hichem Rostom, Hamadi Zabrouk, Saida Ben Chedli

Data uscita N.D.

Fotografia Youssef Ben Youssef

Montaggio Kahéna Attia

Musica Annour Braham

Sceneggiatura Nouri Bouzid

Trama
Trent’anni dopo l’indipendenza del proprio Paese – la Tunisia – Youssef Soltane viene rilasciato al termine di anni di torture e detenzione. È un intellettuale, oppositore di sinistra, quarantacinquenne, che – dopo le esaltazioni e gli entusiasmi delle ideologie – non può ora che constatarne il fallimento. L’integralismo islamico appare trionfante. Nella lunga notte dell’Achoura, l’uomo in crisi cerca vanamente punti di riferimento. L’amante borghese Zineb lo delude. Pochi mesi prima del rilascio gli è morta la moglie Fatma. Youssef rivive il proprio passato, rivisitando luoghi e ricordi, ammettendo gli errori suoi e quelli del movimento di cui faceva parte, ma incontrando solo delusioni e macerie. Nella vecchia casa vive ancora la madre; i suoi tre figli (un maschio e due femmine) non vi abitano più e vivono altrove, ormai autonomi e liberi da ogni indottrinamento. Sono quasi degli estranei (il maggiore di essi aspira ad emigrare in Francia per studiarvi medicina). Sembra ad Youssef che nessuno abbia bisogno di lui e di idee politiche, rivelatesi velleitarie e fallimentari e in più egli si scontra con il fratello Abdullah, un veterinario, da sempre duro di carattere e integralista fanatico. Al reduce deluso non resta che l’ammirazione e l’amicizia di un vecchio tessitore – Sghaier – già suo compagno di avventure ed ex combattente in Indocina per la Francia, il quale guarda a lui come ad un profeta. Ma Youssef non ha più né la carica, né il carisma per esserlo davvero: gli manca l’energia, qualche ora di amore con una certa Nana non lo soddisfa, i ricordi terribili della prigione si traducono in incubi. Totalmente disilluso, egli brucia il manoscritto della sua autobiografia, assicura al figlio la partenza per Parigi e abbandona il sopravvisuto Sghaier. Proprio mentre un bel cavallo bianco dell’amante Zineb (ferito ed impossibilitato di correre) viene mandato al macello (e con quel cavallo pare all’uomo di identificarsi), Youssef si uccide. Anche se, nei pochi versi di un canto che conclude il film, vi è la fiducia che corsieri (e sognatori) hanno zoccoli d’oro.

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